Libri Acquaviva

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poesia, romanzi, racconti, filosofia

lunedì 27 giugno 2011

UNA PICCOLA GRANDE SAGGEZZA DI JOSEPH ROTH di GD Angelillo

Joseph Roth nacque in un piccolo villaggio di contadini della Volinia (all'epoca parte dell'Impero Austriaco), tra Polonia Ucraina e Ungheria, il 2 agosto 1894, da padre austriaco e madre ebrea russa. Dopo il Liceo studiò Filosofia all'Università di Vienna. Allo scoppio della Prima Guerra Mondiale partì per il fronte russo, dove rimase per 8 mesi, poi fece parte delle truppe di occupazione dell'Ucraina. Scoppiata la Rivoluzione Russa se ne andò a piedi in Russia ma lì fu preso prigioniero dagli Ucraini e messo in un campo di prigionia. Comunque dopo poco riuscì a scappare e tornò a Vienna, dove si arrangiò a vivere poveramente giorno per giorno. Allo scoppio della Rivoluzione Ungherese si recò a Budapest e iniziò la sua carriera di giornalista e scrittore. Nel 1930 pubblicò uno dei suoi capolavori: "GIOBBE", storia di un povero maestro ebreo della Volinia dove Joseph Roth descrive la vita in un misero villaggio ai confini del vecchio impero austriaco. All'avvento del nazismo abbandonò la Germania dove intanto si era recato per fare il giornalista per un giornale tedesco e se ne andò in Francia. Joseph Roth ha scritto 14 romanzi, vari volumi di racconti e parecchi libri di saggi e di articoli giornalistici. E' uno scrittore che di solito viene affiancato alla decadenza e allo sfacelo in seguito alla caduta dell'Impero Austriaco, ma questo è vero solo in parte, perchè il pessimismo filosofico di Joseph Roth è nelle cose stesse che riguardano gli uomini, e la caduta e la fine di un impero o di un ciclo storico particolare è sempre relativo al corso universale del destino degli uomini. Comunque la complessità tematica dei romanzi di Roth lo fa scrittore di ampio respiro e di larghissime vedute. Di certo difficilmente relegabile nel chiuso dell'angusta caduta della grandezza della vecchia Austria. Fu comunque un grande solitario. Morì in un ospedale di Parigi il 27 maggio 1939.
Di lui mi porto dietro sempre una preziosissima verità per quanto riguarda la scrittura e il mestiere dello scrittore. Era un  romanzo in una vecchia edizione Mondadori, non ho il libro sottomano, chissà dove è andato mai a finire, mi ricordo che l'ho tenuto per anni e anni sul comodino accanto al mio letto. "IL PESO FALSO". "La scrittura è quel peso falso che però misura la verità". Cito a senso, è l'idea che mi è rimasta di quel libro: la scrittura è una finzione che però è in grado di mostrarti la verità.
Questa piccola grande saggezza di Joseph Roth è in grado di risolvere qualsiasi crisi di senso e di motivazione che molte volte può colpire chiunque abbia la vocazione e la passione di essere scrittore.
GD ANGELILLO
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