Libri Acquaviva

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poesia, romanzi, racconti, filosofia

sabato 18 ottobre 2008

Dostoevskij: L'uomo buono (Pagine:391)

"IN OCCIDENTE"

Vi parlerò per prima coca dei quattro anni che Dostoevskij passò in Occidente. Si era sposato con Anna Grigorevna, ed era stato costretto a lasciare la Russia per debiti. Non riusciva a pagare i debiti lasciati dal fratello, dal fallimento della rivista e dalla corte di umanità derelitta che gli stava perennemente alle calcagna, non ultimo il figliastro Pascja, la cognata vedova del defunto fratello Michail, i nipoti e poi certi suoi amici un po' parassiti che approfittavano sempre del suo buon cuore, perchè un buon pasto caldo da Dostoevskij poteva sempre uscire. Pascja non lavorava mai e continuava sempre a studiare. Sarà mantenuto sempre dal suo patrigno Dostoevskij anche quando avrà i suoi figli naturali. A un certo punto Anna aveva costretto Dostoevskij: "Dobbiamo andarcene perchè qui ci impediscono di fare la nostra vita. Tu mi hai fatto delle promesse. Mi hai promesso di vivere insieme e di essere felici ma questi ce lo impediscono".
E partirono, in luna di miele se volete. Doveva essere un viaggio che doveva durare tre mesi, sarà un viaggio che durerà quattro anni, con alti e bassi. Però in questi quattro anni Dostoevskij prenderà una massa di appunti enorme che gli serviranno perfino per scrivere I Karamazov, per la verità. Scriverà anche un romanzo compiuto e lo spedirà alla rivista "Il messaggero Russo" che si stampava a Mosca dal redattore Majkov un suo amico che lo aiuterà grandemente in questo periodo, perchè Dostoevskij cade di nuovo nella trappola del gioco e se ne andrà ora ad Amburgo, ora a Baden-Baden, ora a Ginevra, a giocarsi i suoi guadagni letterari e a mandare la famiglia appena formata perennemente sul lastrico. Cosi Dostoevskij in Memorie dal sottosuolo fa dire a un suo personaggio, però lo possiamo benissimo dire di lui stesso:
"lo sono l'uomo che sta sempre sul limite e che non si accontenta di osservarlo, lo vuole varcare".

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