Libri Acquaviva

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poesia, romanzi, racconti, filosofia

venerdì 24 ottobre 2008

Dostoevskij: I Karamazov -tomo primo- (Pagine: 568)

"LA VERITÀ DELL'UTOPISTA"

IL SOGNO DI UN UOMO RIDICOLO. Questo racconto Dostoevskij lo pubblicò nella sua rivista personale; perchè, tra le altre cose, ebbe anche la forza, la possibilità e la potenza di scrivere una rivista, che redigeva per intero da solo. Naturalmente questa rivista è diventata famosa. Si chiamava Diario di uno scrittore. Dostoevskij scriveva anche per un'altra rivista, ma litigò con l'editore (in questi tempi, siamo nel `77, Dostoevskij ha 57 anni) ed è la moglie che lo aiuta. Da solo non sarebbe mai stato capace di organizzarsi, (e adesso vedremo perchè non ne era capace) di inquadrare la propria vita con caratteri concreti, poiché stava sempre ad almanaccare sui suoi problemi, con i suoi pensieri.
Dostoevskij è uno di quegli artisti di carattere romantico intendendo romantico proprio nel senso specifico, culturale di Romanticismo, cioè di quegli artisti assoluti che non scrivono due ore al giorno e passano le altre otto ore al bar a bere birra tranquillamente oppure se ne vanno a fare un lavoro part-time per tre quattro ore.
Dostoevskij viveva la sua condizione di scrittore sempre, se volete anche quando dormiva. E scopriremo che è vero, che una delle componenti particolarmente originale di Dostoevskij è la sua valutazione del sogno nell'ambito dell'esistenza dell'uomo, cosa che lo metterà a contatto con la teoria di Freud. Diranno però cose completamente diverse, perchè per Dostoevskij il sogno era quasi un completamento dello stare svegli, e lo stare svegli era una continuazione dello stato di sogno e quindi i due stati della vita dell'uomo non si precludevano a vicenda. Si può dire che il sogno che l'uomo fa dormendo è quasi simile ai sogni che l'uomo fa quando e sveglio.

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