nel forno della vita cuoce il pane
e sogna,
brucia ogni peccato
e poi sulla tavola
si offre a noi
con tutta la sua passione,
ricordandoci a volte l'estasi dell'amore
di nostra madre e di nostro padre.
quando presente con l'amore
c'erano i baci
che ci hanno insegnato a camminare,
le attenzioni e le premure
che ci hanno insegnato a parlare.
mentre le lingue dei morti ora
non ci danno proprio niente.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO
lunedì 26 ottobre 2015
sabato 10 ottobre 2015
Giuseppe D'Ambrosio Angelillo GLI ULIVI DI ACQUAVIVA Acquaviva
NOE' E IL RAMOSCELLO D'ULIVO
Dopo il diluvio universale, quando le acque si ritirarono e l'arca si fu adagiata sulla vetta di un altissimo monte, si dice il monte Ararat, nell'attuale Turchia, Noè mandò un corvo a perlustrare la terra per assicurarsi che Dio avesse cessato con la sua ira verso gli uomini e così decidere di mandare liberi i suoi e tutti gli animali che se ne stavano con lui ancora al sicuro. Ma il corvo non tornò, preso dal suo egoismo, non ritenne utile tornare per dare la buona nuova ai suoi compagni, per questo il corvo è segno di malaugurio ancora oggi. Così Noè, perse tutte le speranze che il corvo tornasse, mandò in volo la colomba che poi tornasse lei a dire cosa aveva visto in giro per il mondo. E la colomba tornò, dopo non molto, con un ramoscello di ulivo nel becco, a significare che la vita era ripresa sulla terra e che Dio aveva cessato nella sua ira contro gli uomini e mandava il ramoscello di ulivo in segno di pace e di bene per le sue creature. Così Noè abbassò i ponti levatoi alla sua arca e mandò tutti liberi per il mondo, sia tutti gli animali che tutti gli uomini che erano con lui.
E ancora oggi, ragazzi, il ramoscello di ulivo è un segno di pace per tutti i popoli della terra e per tutti gli uomini di buona volontà
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO
Dopo il diluvio universale, quando le acque si ritirarono e l'arca si fu adagiata sulla vetta di un altissimo monte, si dice il monte Ararat, nell'attuale Turchia, Noè mandò un corvo a perlustrare la terra per assicurarsi che Dio avesse cessato con la sua ira verso gli uomini e così decidere di mandare liberi i suoi e tutti gli animali che se ne stavano con lui ancora al sicuro. Ma il corvo non tornò, preso dal suo egoismo, non ritenne utile tornare per dare la buona nuova ai suoi compagni, per questo il corvo è segno di malaugurio ancora oggi. Così Noè, perse tutte le speranze che il corvo tornasse, mandò in volo la colomba che poi tornasse lei a dire cosa aveva visto in giro per il mondo. E la colomba tornò, dopo non molto, con un ramoscello di ulivo nel becco, a significare che la vita era ripresa sulla terra e che Dio aveva cessato nella sua ira contro gli uomini e mandava il ramoscello di ulivo in segno di pace e di bene per le sue creature. Così Noè abbassò i ponti levatoi alla sua arca e mandò tutti liberi per il mondo, sia tutti gli animali che tutti gli uomini che erano con lui.
E ancora oggi, ragazzi, il ramoscello di ulivo è un segno di pace per tutti i popoli della terra e per tutti gli uomini di buona volontà
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO
lunedì 5 ottobre 2015
Wanda Luban VIA DEL CORALLO poesie ACQUAVIVA
Cedono le pareti,
Segui Ecate, la Rossa.
I suoi tre volti
di sangue intingono
il crocicchio.
Nel ventre della terra
è una città sepolta
che implora luce.
* * *
Largo Maestoso
è il respiro del mondo.
Immettiti in via del corallo.
E' a metà strada
Fra via della stella
e la Meta.
* * *
ESILIO
Fra indolenti cuscini
frugavi
spazi infiniti
con lo sguardo.
E all'ora del te'
spegnevi la radio.
Dai tuoi cari
nessun suono
nessun lamento.
* * *
A chi mi ha preceduta
hai suggerito
di sacrificare i lunghi capelli.
Troppe fantasie
li aggrovigliavano.
Tu eri Paride.
Mi hai teso la tua anima
Un filo d'oro
per cingermi i fianchi
E un fiore chiuso,
lo stelo eretto
Come chi richiede
amore per sbocciare.
* * *
FARO
Ora ti ergi
Identico
al mio cospetto.
Colonne ti sostengono.
In sogno
ti ho incontrato stanotte.
Incredula, barcollo.
La luce serve a me
per non cadere.
* * *
Siamo folgore e corallo
WANDA LUBAN
Wanda Luban L'ESILIO DEL TUONO poesie ACQUAVIVA
Un branco di cervi
fissa, immobile
un gruppo di corvi.
Le torve ali
giocano a dama
con gli steli d'erba.
Vorrei dipingere
l'attimo che precede
la guerra.
Prima che le corna
trafiggano l'aria.
E il corvo rida.
* * *
Poesia,
Cornice
lasciata cadere
da incuranti
dei.
Non coagula
il sangue
Fra gli umani.
* * *
Dimmi, è il tuo respiro
che scorre nel mio cuore?
Tuo il vento
che di polline cosparge
le pietre
per farne altari sognanti?
E quel sontuoso viale
di soli
in attesa di essere issato
fra le nuvole?
Noi, sappi
Non temiamo la rotta.
* * *
Sono nata domani
Quando la pietra scioglierà
la frana.
Mi piace pensare
che ieri è davanti
quando la luna
ti fa strada.
WANDA LUBAN
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