venerdì 16 maggio 2014
venerdì 9 maggio 2014
Roberto Longhi RICORDATI DI TE poesie ACQUAVIVA
ASHRAM
perduti nel tempo del mantra
cantano nel bianco
nel trullo del maestro
nel tempio di Bebej
assente, presente,
come nel vento
nell'eucalipto
nel nespolo
nel pianto dell'ulivo,
sulla pietra della Puglia
che spezzò i sorrisi,
che mosse le lacrime
di un poeta infelice
per il poco amore
il troppo giudizio:
il poeta deluso
che rompe la clessidra
sulle facce dei fantasmi
e sogna, sogna sotto l'ultimo frutto maturo,
ancora un viaggio
una porta da dipingere
coi colori degli angeli,
le armonie della sera,
le strade di terra bianca
e sempre piange, piange
vicino al candore
del gatto traditore,
cammina nel giardino
nell'alba spettrale
quando la pioggia
rende le ciglia al fuoco dei diluvi,
e il maestro nella foto esce
e si nasconde sulle mie spalle,
ride nell'orto
col puro di cuore,
il ghigno dallo specchio
grida una canzone,
un battesimo di luce
verrà ancora da te
ma tu sarai di vento,
così è il vento
che ci allontana
ci avvicina
offende noi e gli altri
con autunni senza amore,
afflitti monsoni
di lacrime per te
nelle gallerie dell'India
nelle paci illuse di santuari
ma ora sono qui,
nella solitudine della gola
col cuore del mare
sul giardino del pianto
rastrello anche la tua terra
e mi ricopro di silenzio
fra l'abbaiare dei dolori
per un guinzaglio di spine
i cani inghiottono il pulsare del polso
sulla rovina del presente,
le voci hanno paura della morte
e cantano le lodi al signore Shiva,
al signore eterno.
ROBERTO LONGHI
perduti nel tempo del mantra
cantano nel bianco
nel trullo del maestro
nel tempio di Bebej
assente, presente,
come nel vento
nell'eucalipto
nel nespolo
nel pianto dell'ulivo,
sulla pietra della Puglia
che spezzò i sorrisi,
che mosse le lacrime
di un poeta infelice
per il poco amore
il troppo giudizio:
il poeta deluso
che rompe la clessidra
sulle facce dei fantasmi
e sogna, sogna sotto l'ultimo frutto maturo,
ancora un viaggio
una porta da dipingere
coi colori degli angeli,
le armonie della sera,
le strade di terra bianca
e sempre piange, piange
vicino al candore
del gatto traditore,
cammina nel giardino
nell'alba spettrale
quando la pioggia
rende le ciglia al fuoco dei diluvi,
e il maestro nella foto esce
e si nasconde sulle mie spalle,
ride nell'orto
col puro di cuore,
il ghigno dallo specchio
grida una canzone,
un battesimo di luce
verrà ancora da te
ma tu sarai di vento,
così è il vento
che ci allontana
ci avvicina
offende noi e gli altri
con autunni senza amore,
afflitti monsoni
di lacrime per te
nelle gallerie dell'India
nelle paci illuse di santuari
ma ora sono qui,
nella solitudine della gola
col cuore del mare
sul giardino del pianto
rastrello anche la tua terra
e mi ricopro di silenzio
fra l'abbaiare dei dolori
per un guinzaglio di spine
i cani inghiottono il pulsare del polso
sulla rovina del presente,
le voci hanno paura della morte
e cantano le lodi al signore Shiva,
al signore eterno.
ROBERTO LONGHI
lunedì 5 maggio 2014
Antonio Pellegrino 201 FRASI di Tonio Gattili Cagnetti ACQUAVIVA
"Tutti dicono la loro... e noi?"
"Quando la negatività incombe
rispondi con le idee".
ANTONIO PELLEGRINO
(con 2 disegni di Maria Vittoria Cammarella)
"Quando la negatività incombe
rispondi con le idee".
ANTONIO PELLEGRINO
(con 2 disegni di Maria Vittoria Cammarella)
Vincenzina Mancia L'ALIENAZIONE DEL CUORE poesie ACQUAVIVA
L'ALIENAZIONE DEL CUORE
E sempre te ne vai per conto tuo
e mi distruggi la vendemmia,
la nuvola mi casca in casa
allagandomi l'abisso mio.
Tu cerchi il compromesso
e mi compili il volantino dell'incenso
alla tua visione,
mi vorresti atea in amore
e innocua nel grande pericolo della passione.
Io ho distrutto il mio letto in nome tuo,
l'ho bruciato sull'altare del nulla
delle tue sentenze da niente.
Mi vorresti semplice visitatrice
del tuo santuario a giornata.
Mi abbandoni infine sorridente
e te ne infischi del fondo rovente
del mio presente pietrificato.
VINCENZINA MANCIA
E sempre te ne vai per conto tuo
e mi distruggi la vendemmia,
la nuvola mi casca in casa
allagandomi l'abisso mio.
Tu cerchi il compromesso
e mi compili il volantino dell'incenso
alla tua visione,
mi vorresti atea in amore
e innocua nel grande pericolo della passione.
Io ho distrutto il mio letto in nome tuo,
l'ho bruciato sull'altare del nulla
delle tue sentenze da niente.
Mi vorresti semplice visitatrice
del tuo santuario a giornata.
Mi abbandoni infine sorridente
e te ne infischi del fondo rovente
del mio presente pietrificato.
VINCENZINA MANCIA
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