Ernest Hemingway nacque il 21 luglio 1898, 113 anni fa esatti oggi. E' ritenuto non a torto uno dei giganti indiscussi della letteratura americana contemporanea. Un maestro assoluto soprattutto nell'arte del racconto. I suoi "49 racconti" sono un'enciclopedia di stili narrativi difficilmente avvicinabili. Ma cos'è che fa così assoluto Hemingway? Secondo me semplicemente questa unica regola interiore, sviluppata naturalmente da lui in una concreta prassi di scrittura: raccontare fedelmente ciò che si è vissuto o ciò che si è visto vivere con una fedeltà che è ancorata alle nostre vere sensazioni e ai nostri più profondi sentimenti, lasciando completamente da parte ciò che gli altri si aspettano comunemente che noi dobbiamo provare o sentire in quelle determinate circostanze o situazioni. La semplice regola di una sincerità assoluta verso noi stessi trascurando completamente ciò che gli altri si aspettano o possano mai pensare. Questo porta immediatamente a una verità sulle cose e i fatti, l'espressione stilistica sintattica di questo atteggiamento porta contemporaneamente all'assoluta verità della parola e quindi della prosa che da tutto ciò prende origine. In Hemingway è il rigore etico che dà luogo alla sua originale espressione poetica, e quindi al suo inimitabile stile di composizione. Una disciplina etica scelta in piena realizzazione della propria individualità di artista. Il famosissimo "hard boiled" io credo che sia un'invenzione tipicamente hemingwayiana. Per citarne solo una delle più note. Credo anche che il neorealismo italiano debba molto a Hemingway. E tutto questo egli l'ha impostato e realizzato senza nessuno aiuto filosofico e metafisico, solo con i suoi semplici mezzi di autentico artista contemporaneo. Con lui l'America assume una connotazione eticamente e esteticamente universale, cioè panumanistica.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO
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giovedì 21 luglio 2011
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